venerdì 30 settembre 2011

CIGNI IN CANALBIANCO? PER ME NO, GRAZIE

Cigni in Canalbianco? No, grassie…

Premetto che la pulce al nas…. Ehm, al becco, m’è saltata subito, in quanto sono personalmente contrario, per principio etico, all’utilizzo di esseri viventi a scopo ornamentale, cosa che ne svilisce completamente la dignità.
Pertanto credo che, se l’intento è quello di valorizzare la città, altre forme più consone potevano essere studiate, come, ad esempio, la bellissima manifestazione ALè – Adria legge, del 2010, che purtroppo non ha avuto lo sperato bis nel corso del 2011…

Ma tant’è, lo cosa sembra essere legale e quindi pare che le povere bestie saranno liberate nell’immediato futuro nelle torbide del Canalbianco…
Per sapere se le cosa è buona o no, è tuttavia sufficiente informarsi. In rete è facilissimo trovare informazioni su Cygnus olor e su Cygnus atratus, sulla loro biologia e anche sulle corrette modalità di allevamento…
Inoltre, sempre grazie alle magie della rete, è possibile chiedere lumi ad ornitologi o tecnici faunisti, che, incredibile a dirsi, sono merce di facile reperimento sia in rete che nella capitale morale del Polesine…
E io proprio da uno di questi mi son fatto/a aiutare…

Il Cigno reale (o almeno si suppone che questa sia la specie che sarà liberta in Adria), è una specie che vive presso le lande nordiche, e che in Italia è roba rara, che viene giù solo in annate di freddo particolare. Quelli che siamo abituati a vedere qui attorno sono tutte bestie fuggite alla cattività o, peggio ancora, deliberatamente immesse proprio a scopo ornamentale. E proprio qui sta uno dei primi motivi del mio dissenso: uno delle principali cause di perdita della biodiversità al mondo è proprio rappresentata dall’inquinamento da specie esotiche. Come, per intenderci nel caso della nutria e del siluro, che a differenza dei cigni sono vituperati ed offesi in molteplici forme… ma almeno, il cigno reale è europeo, mentre il cigno nero cygnus auratus è addirittura australiano!!! Perché diavolo voliamo mollare in Adria delle bestie australiane? Solo perché sono belle? El stesso discorso che el fa el premier co’ le escort: “i nigri che i staga a casa sua, però Ruby…”.
E chissà cosa ne pensa, il vicesindaco, di questa storia… ricordo ancora i giorni lieti in cui il paladino de la padania, allora sindaco di Treviso, Gentilini, quando inaugurò una crociata proprio contro i cigni reali che infestavano a suo dire il Fiume Sile!

Altra cosa: questioni di spazio. Credo che lo spazio destinato per questi uccelli sia poco, troppo poco per animali di così grandi dimensioni e con spiccate attitudini territoriali. Cosa faranno quando vanno in amore, i nidi sovrapposti, uno sopra quell’altro, a onorare il mitico grattacielo adriota?
E poi, se queste bestiole, che non sono pesci, volessero ogni tanto fare anche due passi, dove andrebbero? Al bar da Pina? Senza nemmeno un pezzetto d’erba dove posare e riposare l’umide chiappe? Un qualche spazio dove salire, all’asciutto anche con l’alta marea e lo scirocco ci vorrebbe alla grande, e sarebbe tra l’altro reperibile semplicemente allargando gli orizzonti (e le reti) dell’area adibita a cignodromo…
Leggo anche sul giornale che suddette reti andranno tolte una volta che gli uccelli si sono ambientati, perché, secondo gli Amici del Cigno, allora non scapperanno più… affermazione piuttosto pretenziosa, trattandosi di bestie migratorie, che anche se tarpate (cioè co’ le ale tajà) sono tendenzialmente attirate dallo spostarsi, specie in casi di sovraffollamento, come quello qui citato.
Un’altra cosa che ha lasciato perplesso il mio ornitologo di fiducia è l’ultima specie citata nell’articolo: “anitra casarca”. Ebbene, questa definizione non significa assolutamente nulla, dal momento che, di questo genere di anatide africano ce ne sono molte specie, a diffusione tropicale e sub-tropicale… per cui anche qua, apriti zielo, per dirla a la Pino Sbando…
Ultimo punto della chioda: il periodo. Io personalmente non ho mai sentito nessuno mollare degli animali in un nuovo ambiente mentre si va incontro all’inverno!
Infine, ma per mollare bestie esotiche, non serve il parere dell’Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale?

In conclusione, tutta la faccenda ha i contorni della cosa molto improvvisata, priva di un minimo di documentazione.
Boh, speriam bene, soprattutto per la salute degli animali



1 commento:

  1. Non mi sembrano critiche campate in aria. Però alla fine i cigni li mollerano lo stesso perché comunque ad ad Adria tutto fa brodo... (in questo caso brodo di cigno).

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